Attualmente, l’aperitivo rappresenta un appuntamento fisso successivo all'uscita dal posto di lavoro o semplicemente un rito di incontro con gli amici confidenziali, il quale aiuta molto a spezzare e accantonare temporaneamente lo stress accumulato durante l'arco della giornata.
L'aperitivo consiste nel ritrovarsi in un bar o a casa di qualcuno, cincischiare, stuzzicare qualcosa di buono (come le noccioline e/o le patatine) e ovviamente sorseggiare una bevanda alcolica o magari analcolica: qualora non conosciate quali sono i migliori cocktail da ordinare al barman, sarete "obbligati" a continuare nella lettura di questo informativo articolo che vi espongo nei passaggi successivi.
Con il trascorrere degli anni, è incrementato il numero di cocktail tra i quali poter scegliere: abbastanza spesso, per contenere l'imbarazzo della scelta o magari avere un'alternativa più ampia, vi passo in rassegna le bevande maggiormente cool da farsi servire dal barman.
Lo Spritz è indubbiamente la bevanda alcolica da aperitivo più scelta dagli italiani che adorano un cocktail fresco e leggero: collocate del ghiaccio e una fettina d'arancia nel bicchiere adeguato, aggiungete "6 cl" di prosecco, versate poi "4 cl" di “Aperol" o “Campari" (secondo i vostri gusti personali) e terminate con una spruzzata di soda (mettendola facendo una movenza circolare).
Un altro grande must è l’Americano, il quale viene preparato con ingredienti tutti italiani (nonostante il proprio nome): mettete il ghiaccio dentro un bicchiere adatto, versate "3 cl" di "Campari", aggiungete "3 cl" di Vermut rosso, inserite una spruzzata di soda, mescolate il tutto e decoratelo con l'aggiunta di una fetta d'arancia e una scorza di limone.
Grazie al proprio gusto deciso e leggero, l'Americano è uno dei cocktail più richiesti, in quanto le sue lievi basi alcoliche stuzzicano l'appetito: inoltre, il sapore di agrume si sposa perfettamente con i propri ingredienti.
Molto richiesto nei bar è il Negroni (più alcolico dell'Americano), ovvero uno dei cocktail maggiormente consumati a livello mondiale: riempite totalmente di ghiaccio il bicchiere adeguato, aggiungete dapprima "3 cl" di gin e poi "3 cl" di "Campari", unite anche "3 cl" di Vermut rosso dolce, mescolate velocemente il tutto, contornatelo con una fettina d'arancia e accompagnatelo preferibilmente con alcuni stuzzichini.
Una sua variante apprezzata è il Negroni Sbagliato, che prevede la sostituzione del gin con il prosecco e l'eventuale presenza di alcune gocce di “Angostura": esso rappresenta certamente un drink più leggero, grazie al minore tasso alcolico.
Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni vitivinicole più affascinanti in Italia, i vini bianchi prodotti sono di rara eleganza e hanno pochi eguali, anche parlando a livello mondiale. E nonostante siano molto, troppo, sottovalutati anche i vini rossi sono molto interessanti con alcuni vitigni autoctoni degni d’esser bevuti, a partire dal Refosco dal peduncolo rosso, dal bouquet fine di ciliegie e ribes e il corpo agile.
Da non perdere neanche il Tazzelenghe, un vino dai tannini poderosi e marcati sentori erbacei che con un lungo affinamento riesce a smorzare le sue durezze per diventare un ottimo vino rosso, purtroppo ahi noi, anche questo praticamente sconosciuto.
Finiamo con il vitigno principe del Friuli, il Pignolo, un vino di grande struttura che ambisce ad una lunga vita e con gli anni trasforma il suo bouquet di marasche e frutti rossi in una sinfonia raffinata a cui si aggiunge un sottofondo speziato.
I passiti non mancano con Picolit, Verduzzo e Ramandolo in grande spolvero. I vini sono nettari di grande dolcezza, ma freschezza e mineralità non mancano mai per rendere i vini sempre eleganti e slanciati.
Il Friuli Venezia Giulia è una terra ancora vergine per molti versi, il turismo del vino in Friuli è ancora agli albori, ma questo rappresenta un grande pregio. Zone inesplorate, veraci, che offrono panorami stupendi e colline verdissime: strade del vino da bere tutte d’un fiato, con le cantine perfettamente intessute in un territorio incontaminato.
Ma perché il vino friulano è così buono?
Il Friuli Venezia Giulia è situata nella parte nord-est dell’Italia e confina con Slovenia e Austria ed proprio questo posizione di crocevia, a cavallo di due mondi, protetta nord dalle montagne e con il mare che rilascia il suo influsso da sud, che la rende unica. La differenza di suoli è amplissima, si va dalle marne e arenarie di origine eocenica del Collio Goriziano, alle sabbie argillose della DOC Friuli- Annia per finire con le argille pesanti della zona di Latisana. Considerare che la zona del Collio Orientale è quella più a nord, ventilata e fredda, mentre quelle a sud godono di suoli sempre più sciolti e sabbiosi e dell’influsso del mare.
Per capire il vino friulano bisogna capire prima la gente del Friuli. Gente tosta, lavoratori infaticabili, legati inestricabilmente alla terra. Da questo legame atavico nasce il vino. Come orgoglio e frutto di un territorio, non facile, considerato che il Friuli è la regione italiana con più precipitazioni.
Queste caratteristiche geologiche e climatiche sono solo una parte della spiegazione, una parte del fenomeno terroir, bisogna parlare di quella umana. La tradizione e l’orgoglio contadino dei produttori friulani è proverbiale. Molte cantine sono ancora a gestione familiare e gestiscono pochi ettari e questo significa vino artigianale: la cura in cantina e la precisione stilistica ha raggiunto vette incredibili, anche se in alcuni casi ha creato degli stilemi che si sono radicati in profondità a scapito dell’originalità del varietale.
La cultura del vino è viva, forte. Il vino è vita quotidiana. La qualità di tutte le zone è abbastanza alta e raramente berrete male. Le zone da cui cominciare sono i Colli Orientali del Friuli e il Collio Goriziano. Troverete una costellazione di cantine a misura d’umo, dove vi attendono una calorosa accoglienza e una qualità stupefacente.